martedì 28 marzo 2017

Quanto sono importanti le certificazioni nel panorama competitivo di oggi?

Stephen Ennis, Director Education Services di Avnet Technology Solutions EMEA analizza in che modo le certificazioni stanno diventando un punto chiave per i partner della distribuzione

E' importante che il canale comprenda quanto siano importanti i training IT e le certificazioni, non solo per il proprio successo, ma anche per ciò che rappresentano per l'utente finale. Non si tratta più solo di raggiungere un certo "status" come partner. In una recente indagine condotta da IDC, è emerso che la maggioranza degli intervistati negli ultimi due anni ha ottenuto certificazioni attraverso qualche forma di training IT. Questa è una chiara indicazione dello spostamento significativo verso una formazione sempre più completa per far fronte al divario di competenze che sta emergendo in molte professioni nel mondo dell'IT.

Gli ambienti IT moderni possono essere molto complessi e richiedere un numero crescente di diverse conoscenze e livelli di expertise: complessità e diversità potranno solo aumentare man mano che nuove e interessanti tecnologie arriveranno sul mercato. In ogni caso, per una organizzazione spesso non è pratico o economico certificarsi in tutti gli ambiti, pertanto i partner di canale hanno il difficile compito di trovare un equilibrio tra le competenze e le certificazioni IT di cui hanno bisogno con quelle che i loro clienti richiedono. Se da un lato è possibile che ci sia una certa sovrapposizione, dall'altro, alcuni partner una volta identificate le competenze richieste dai loro clienti investono anche in certificazioni IT per sé stessi laddove appaiono dei gap significativi.

Parallelamente a tutto questo c'è anche un'evoluzione nel modo in cui si usufruisce del training. I metodi di insegnamento digitali e i servizi on-demand stanno diventando la norma ed è ciò che si aspettano i millenial che entrano nel mercato del lavoro. I partner più competitivi saranno quelli capaci di offrire una formazione che risponda alle esigenze degli utenti finali esattamente nel momento in cui ne hanno bisogno.

Ma qual è l'approccio corretto che dovrebbero adottare i partner? Ecco alcune linee guida:

Trovare il giusto metodo di erogazione per la propria audience
Per soddisfare le propensioni digitali dei dipendenti appartenenti alla generazione Y, è importante capire il modo in cui sono abituati a consumare le informazioni. Il training tradizionale, condotto da un istruttore (instructor-led training - ILT) sta evolvendosi rapidamente per adattarsi allo stile di apprendimento più richiesto. Le lezioni si stanno spostando dalla classe statica verso ambienti virtuali in cui vengono offerti contenuti interattivi oppure on demand.
Mentre per lungo tempo le aziende sono state focalizzate sull'erogazione della formazione nei tempi che meglio si adattavano alle esigenze degli utenti (time-shifting), IDC ha rilevato che oggi offrire il training nel luogo giusto è il fattore più importante da tenere in considerazione (place-shifting). La creazione di aule virtuali e l'offerta di metodi di studio misti dà l'opportunità ai dipendenti di ricevere la formazione "just in time", rendendoli più abili e competenti dei loro colleghi.

Stare al passo con le nuove tecnologie per offrire le certificazioni più adatte
Storicamente, le certificazioni dei vendor erano richieste per dimostrare le proprie competenze relative a un determinato software o componente hardware. Queste attestazioni sono ancora importanti per il canale, con la differenza che ora non sono più un elemento di differenziazione, ma sono divenute indispensabili. Tuttavia, dato che le certificazioni sono spesso legate all'azienda per cui si lavora, quando un dipendente si trasferisce altrove rischia di perdere il suo status di operatore certificato e deve riqualificarsi. Per questo motivo sono sempre più diffuse le certificazioni che non riguardano un vendor specifico e stanno diventando sempre più popolari quelle di settore e quelle che riguardano una tecnologia in particolare. Queste ultime sono più interessanti per gli utenti finali che desiderano implementare la conoscenza in uno specifico comparto tecnologico, qualificando ulteriormente le loro competenze.
Dato che un gran numero di tecnologie emergenti come security e cloud computing vengono utilizzate in modi diversi e divengono sempre più convenzionali, è importante che gli utenti finali ottengano sia le certificazioni legate ai vendor sia quelle indipendenti. Sempre più spesso c'è un vantaggio nelle certificazioni che non sono collegate a un marchio o a un prodotto di nicchia specifico.
Guardando al futuro non c'è dubbio che l'Internet of Things (IoT) richiederà certificazioni che aiutino a identificare gli esperti in grado di portare avanti l'innovazione in settore specifici. Queste nuove tecnologie non sono adatte all'insegnamento tradizionale in classe perché il training richiede un approccio più digitale.

Proteggere gli investimenti aziendali
Mentre alcuni considerano i video tutorial su YouTube un'opzione semplice ed economica per informarsi, la maggior parte dei dipartimenti IT riconoscono che le soluzioni IT adottate rappresentano un investimento significativo per l'azienda e contemporaneamente, che l'importanza dei dati elaborati e gestiti ha un valore immenso. Ecco perché è fondamentale essere certi che la persona responsabile per l'implementazione, la gestione e il supporto abbia le competenze necessarie per utilizzare correttamente tutte le funzionalità ed evitare eventuali rischi e minacce. Proteggere i dati significa salvaguardare il brand e la reputazione dell'azienda. Orientarsi verso contenuti "fai-da-te" su YouTube potrebbe far perdere di vista il quadro complessivo dell'esigenza formativa. Puntare sul risparmio non è una soluzione adatta o percorribile se pensiamo a quanto è in gioco. Lascereste che il vostro dentista vi operasse se si fosse preparato solo con un breve video su YouTube? Molto probabilmente cambiereste dentista . Allo stesso modo, le aziende devono insistere affinché i professionisti IT dispongano delle certificazioni adatte per le tecnologie su cui lavorano.

Riconoscere la necessità di una formazione e certificazione efficaci è vantaggioso per tutto l'ecosistema del canale. Introdurre diverse soluzioni attraverso le nuove tecnologie crea per gli utenti l'opportunità di divenire specialisti nel loro ambito, con notevoli benefici per il canale e per i loro clienti. Creando un ambiente che offre la formazione più adatta, che siano ILT, aule virtuali, o un catalogo di tutorial on-demand, i partner avranno la possibilità di rimanere competitivi e garantire un servizio migliore ai propri clienti.

giovedì 16 marzo 2017

Cambium Networks cnReach: l'Industrial Internet of Things ha bisogno di soluzioni dedicate.

La piattaforma wireless per l'IIoT di Cambium Networks, cnReach, offre affidabilità e performance in tutti gli ambiti applicativi, dalla video sorveglianza, all'accesso remoto, alle reti di controllo, al monitoraggio SCADA. 

L'Industrial Internet of Things (IIoT) richiede una connettività veloce e sicura su distanze che la maggior parte delle reti tradizionali non sono in grado di coprire. Senza la capacità di collegare efficacemente e in sicurezza siti remoti e sensori ai centri di controllo, la gestione di una rete IIoT a grande distanza costituisce un problema: basti pensare alla esigenze di raccolta dati da una piattaforma petrolifera off-shore, oppure alla gestione di un sistema ferroviario, o ancora alla distribuzione di energia elettrica o di acqua a un'intera città.

Con la piattaforma cnReach, Cambium Networks offre una soluzione completa basata su tecnologie wireless narrowband per la trasmissione sicura dei dati a lunga distanza. Per la gestione e il monitoraggio end-to-end della rete è disponibile cnMaestro, la piattaforma software cloud-based che permette il pieno controllo delle reti wireless di ogni tipo da una singola e semplice interfaccia.

Cambium Networks cnReach 500 opera su frequenze licenziate e non licenza comprese tra i 900 e i 700 MHz, con ulteriori frequenze previste nei prossimi mesi (100, 200 e 400 MHz ), e facilita la transizione dalle reti seriali a reti all-IP, offrendo al contempo  ampie funzionalità built-in di I/O.

Altre caratteristiche chiave :

- Comunicazione sicura basata su AES 128/256-bit con autenticazione via password.

- Trasmissione ad alta affidabilità con sincronizzazione GPS degli access point e modulazione
adattiva.

- Configurazione a radio singola e doppia per una efficiente ritrasmissione dei dati e per applicazioni store-and-forward.

- Estese funzionalità I/O che rendono più agevole il passaggio da reti seriali a reti all-IP grazie a porte seriali multiple, porte Ethernet e I/O analogico/digitale.

“Per ottenere una piena visibilità in tempo reale su implementazioni industriali complesse occorrono applicazioni e tecnologie capaci di aggregare dati da ogni angolo della rete, offrire analisi e controllo e quindi provvedere al trasporto di grandi masse di informazioni elaborate verso i data center, privati o cloud-based che siano" - commenta Alessio Murroni, Sr. Sales Director Western Europe di Cambium Networks – "Con cnReach e cnMaestro offriamo al mercato una soluzione completa per il trasporto dei dati da ciascun nodo sino al Network Operation Center (NOC), gestendo e monitorando il tutto in tempo reale da una unica, semplice console di comando"  

giovedì 9 marzo 2017

Retail Pro: tre consigli per spingere il punto vendita

Alexandra Frith, Customer Engagement di Retail Pro International spiega tre aree tecnologiche su cui focalizzarsi per ottimizzare i risultati sul punto vendita

Mentre le vendite online crescono a doppia cifra (in Italia +18% su base annua nel 2016) il canale fisico rimane comunque un elemento chiave. I retailer utilizzano nuove tecnologie per spingere i risultati sui punti vendita, dagli schermi giganti fino ai Pokémon Go, ma quali sono le aree su cui focalizzarsi nei prossimi mesi?

1) I Beacon
I Beacon offrono una significativa visibilità sul comportamento d'acquisto. Integrando i dati relativi al cliente da tutti i canali, riescono a collegare i comportamenti sul web con quelli nel punto vendita. Urban Outfitters, ad esempio, ha integrato beacon Google-enabled in un concept store, utilizzando i dati provenienti da più fonti per personalizzare le notifiche. I clienti che hanno aderito al programma hanno così potuto ricevere offerte personalizzate e sono stati "guidati" verso particolari prodotti all'interno del punto vendita.

2) Endless aisle (lo "scaffale senza fine")
Adidas ha introdotto il concetto di endless aisle dopo essersi resa conto che stava perdendo vendite perché gli acquirenti non erano al corrente di tutta l'offerta disponibile. Molti potenziali clienti che avrebbero potuto perfezionare l'acquisto online rinunciavano perché preferivano poter provare il capo. Adidas ha introdotto un approccio ibrido che permetteva ai clienti di consultare un catalogo interattivo nel punto vendita, che ha permesso di aumentare del 40% le vendite di scarpe nel negozio. L'acquirente utilizza le informazioni sul prodotto fornite nell'ambito di una shopping experience totalmente autogestita: vengono visualizzate immagini della scarpa da più angolazioni, approfondiscono le caratteristiche tecniche, possono selezionare colore, taglia e verificare la disponibilità.

3)
Intelligenza artificiale
Il cross selling è stato per il retail uno strumento di grande efficacia per molti anni. Oggi si sta ulteriormente evolvendo con l'introduzione di nuove tecnologie. I retailer possono ora utilizzare una enorme quantità di dati, sfruttando in particolare tre metriche: il comportamento d'acquisto, i prodotti associati e gli acquisti preferiti di altri consumatori. Un sistema basato su intelligenza artificiale installato in un chiosco informativo può agire come un assistente sul punto vendita, offrendo al consumatore comunque piena libertà di esplorare e acquistare in pieno comfort.

I punti vendita fisici restano un elemento cruciale per il successo dei retailer. Dare un ruolo centrale alle nuove tecnologie e focalizzarsi sul queste tre aree chiave permetterà di raccoglierne i frutti in termini di fedeltà del cliente e, in sostanza, di vendite.

mercoledì 8 marzo 2017

Tech Data nomina Patrick Zammit President di Tech Data Europe

Annuncio del Team di Leadership Regional

Tech Data Corporation (NASDAQ: TECD) ha nominato Patrick Zammit President di Tech Data Europe. Zammit riferirà direttamente a Rich Hume executive vice president e chief operating officer. Precedentemente all'acquisizione da parte di Tech Data, Zammit ricopriva il ruolo di global president di Avnet Technology Solutions. È stato prima alla guida delle attività commerciali di componentistica della regione EMEA di Avnet EM e presso Avnet ha ricoperto una serie di ruoli di leadership negli ambiti finance, operations e di pianificazione strategica. Prima di entrare a far parte di Avnet, ha lavorato in Arthur Andersen.

Tech Data ha inoltre reso noto i nomi dell'Executive Board per l'Europa, il quale sarà sotto la guida di Zammit:

    Alain Amsellem - senior vice president and chief financial officer, Europe
    Michael Dressen - senior vice president and regional managing director, Germany and Austria
    Jonas Elmgren - senior vice president and regional managing director, GEO*
    Andy Gass - senior vice president and regional managing director, United Kingdom and Ireland
    Pascal Murciano - senior vice president and regional managing director, France
    Miriam Murphy - senior vice president and regional managing director, Benelux
    Stephen Nolan - senior vice president, Broadline, Mobile and Services
    Johan Vandenbussche - senior vice president, Operations
    Graeme Watt - senior vice president, Value (comprendente la combinazione del business delle aziende Azlan e Technology Solutions, le divisioni specializzate Datech e Maverick, nonché Tech Data e Tech Data Smart for IoT)
    Simon England - senior vice president, Next Generation Technology (comprendente le soluzioni cloud, big data, di analisi e cognitive, IoT, per la sicurezza, education e i servizi)
    Carlos Arcusa - vice president, Human Resources
    Michael Fischermanns - vice president, Information Technology
    Hugo Graça - vice president, Global Computing Components EMEA
    Roman Rudolf - vice president, Integration

Hume ha affermato: "Patrick ha l'esperienza necessaria per gestire sia il business in distribuzione dell'offerta broadline, sia quello a valore aggiunto all'interno di mercati complessi. È riconosciuto per essere un leader appassionato in grado di garantire risultati di mercato eccellenti. Sono sicuro che Patrick e lo straordinario team manageriale che abbiamo formato guideranno Tech Data Europe verso il successo."

Circa il suo nuovo ruolo, Zammit ha aggiunto: "Sono entusiasta all'idea di esplorare le nuove possibilità di interazione con i partner di canale e i fornitori in tutta Europa. Stiamo unendo due aziende che condividono il reciproco impegno di fornire un'esperienza clienti di livello mondiale. Il mio obiettivo sarà quello di garantire che i nostri partner possano trarre vantaggio dalla più ampia e differenziata gamma di soluzioni IT disponibili con Tech Data."

*GEO = altri paesi europei in cui Tech Data opera: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Ungheria, Italia, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia.

Informazioni su Tech Data
Tech Data Corporation è uno dei maggiori distributori a livello mondiale di prodotti tecnologici, servizi e soluzioni. Le sue capacità di logistica avanzata e i servizi a valore aggiunto consentono a 115.000 rivenditori in oltre 100 paesi di soddisfare in maniera efficiente ed economicamente vantaggiosa le diverse esigenze di tecnologia dei clienti finali. Classificata 108a nella classifica Fortune 500® e annoverata tra le 'World's Most Admired Companies' di Fortune, Tech Data ha generato un fatturato pari a 26,4 miliardi di dollari nell'anno fiscale terminato il 31 gennaio 2016. Per saperne di più, visitate www.techdata.it  www.tdblog.it